Un festival accessibile a tutti, dove anche i disabili sensoriali possano vivere l’esperienza unica e straordinaria della partecipazione a un festival del cinema, in una modalità quanto più possibile inclusiva.
I festival cinematografici permettono di avvicinarsi a mondi e culture diverse, ci portano nell’arco di una giornata in luoghi lontani e sconosciuti, raccontandoci storie universali che ci aprono la mente e ci arricchiscono.
Anni fa una giornata al London Film Festival mi ha cambiato la vita, personale e professionale, avvicinandomi in maniera inaspettata al mondo del cinema “da festival”. Da allora ho cercato di trasferire quell’esperienza per me unica al maggior numero di persone possibile, promuovendo la visione dei film con i sottotitoli e fondando una radio multilingue dedicata ai festival cinematografici.
Ma i festival del cinema restano l’evento culturale forse meno accessibile.
Negli anni ci sono stati anche in Italia tentativi di offrire proiezioni accessibili ai principali festival internazionali, ma è sempre stata un’impresa complessa e per la mia esperienza poco gratificante. Produrre i contenuti accessibili per un film richiede tempo e professionalità specifiche, ma i film che passano ai festival sono spesso premiere internazionali e già ottenerne i materiali in tempo utile è un’impresa titanica. I luoghi dove si svolgono i festival del cinema spesso sono poco accessibili e chi è disabile ha difficoltà a raggiungerli. Chi organizza i festival è naturalmente concentrato sulla riuscita dell’evento e assorbito da mille altri aspetti.
Ma l’ostacolo maggiore alla diffusione delle proiezioni accessibili è la scarsa consapevolezza sul tema. Nonostante le cose stiano lentamente cambiando, l’intera filiera degli operatori considera la fruizione dei film da parte dei disabili sensoriali un elemento trascurabile o non economicamente interessante.
Non è così nel mondo anglosassone, dove ci si è resi conto da tempo che “una persona su sei” rappresenta un segmento di pubblico che deve essere soddisfatto sì per legge, ma anche perché è rilevante in un’ottica commerciale.
Nella speranza che il nuovo European Accessibility Act cambi finalmente le cose, in Italia c’è ancora molto da fare, soprattutto – a mio avviso – manca una cultura dell’accessibilità diffusa, in primo luogo fra gli operatori del mondo del cinema.
Ma l’accesso alla cultura deve essere garantito a tutti su basi di equità. La cultura è di tutti. Lo ha detto chiaramente già nel 2006 la Convenzione dei Diritti delle Persone con Disabilità delle Nazioni Unite, direttiva recepita praticamente in tutto il mondo, con effetti non proprio omogenei.
Tutti devono poter vivere la magia del cinema.
Se nel 2023 qualcuno non può farlo perché i film non hanno i contenuti accessibili, tenuto anche conto delle tecnologie oggi disponibili, possiamo parlare senza mezzi termini di discriminazione.
Nel tentativo di cambiare le cose ho pensato a INCinema, un progetto quanto più possibile vicino al format del festival cinematografico, che sia raggiungibile da chiunque, con proiezioni accessibili in presenza in varie città, ma che sia anche fruibile online.
Nella speranza che sia il primo di una lunga serie…
Federico Spoletti
Ideatore del progetto
INCinema Film Festival